domenica 7 luglio 2013

EMANUELA ORLANDI LA LETTERA ANONIMA DI BOSTON E IL SEGNO GRAFOLOGICO ROVESCIATA



EMANUELA ORLANDI

LA LETTERA ANONIMA DI BOSTON E IL SEGNO GRAFOLOGICO ROVESCIATA


La vicenda della misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi ha visto negli anni una produzione notevole di scritti anonimi di vario tipo. Sigle e personaggi diversi si sono serviti di scritti anonimi per alimentare un mistero che è arrivato al suo trentennale.
Particolare rilievo hanno avuto gli scritti spediti da Boston. Si è scelto, in questa sede, di prendere in esame la lettera spedita da Boston (precisamente dalla Kenmore Station ) il 22 settembre 1983 a Richard Roth corrispondente a Roma della “Cbs”. Roth riceve la lettera il 27 settembre 1983 presso la sua residenza romana.
Nella busta oltre alla lettera era contenuto un cartoncino con sopra scritto “795 RNL”. La lettera, oltre a seguire la linea della richiesta della liberazione di Agca come condizione per la liberazione di Emanuela Orlandi, annuncia che verrà reso pubblico “un episodio tecnico” che deve essere inteso come ritorsione per il rifiuto di adempiere alle condizioni per il rilascio della ragazza. 
Roth non è il primo giornalista che riceve scritti anonimi legati alla vicenda Orlandi: il 4 settembre 1983, in un furgone della Rai, viene lasciato uno scritto anonimo e copia di uno spartito musicale identico a quello in possesso di Emanuela Orlandi il giorno della scomparsa. Lo scritto anonimo viene fatto ritrovare dall' ”Amerikano”, personaggio (ad oggi senza nome) che per mesi tratta con la famiglia Orlandi dettando le condizioni per la liberazione di Emanuela.





Busta contenente la lettera





Grafia della lettera di Boston



Vediamo ora le caratteristiche grafologiche predominanti della lettera in questione, partendo dall’osservazione che tutto il tracciato non appare dissimulato ma spontaneo e, questo fatto, agevola di molto il grafologo nella realizzazione di un profilo perché, chi ha redatto la lettera, non cela attraverso artifizi la propria personalità.
Anche all’occhio del profano, balza subito un’immagine grafica evidente: gli assi della lettere tendono ad essere rigidamente piegati verso sinistra: quello che il grafologo definisce “Rovesciata”
Rovesciata è un segno del “vissuto” che spesso si sviluppa in età evolutiva. È tipica del soggetto che, nega il bisogno di affetto, mostrando sentimenti contrari a quelli che prova realmente. Girolamo Moretti[1] lo considera un segno di rimozione, una grafia, in origine pendente (assi verso destra), che, non trovando saturazione affettiva, nega a se stesso il proprio bisogno d’amore e  lo trasforma in sentimenti di diffidenza e riserva.
Tipico della grafia Rovesciata è l’evasione dal concreto e dall’attuabile, e la difficoltà a liberarsi da impulsi contrastanti e asociali, nella costante volontà di non far trapelare i propri sentimenti.
Il segno Rovesciata, pertanto, è affettività celata e mascherata, di cui si ha bisogno ma che mai si ammetterebbe come necessaria. Il soggetto sente fortemente il bisogno di incontro con l’altro, ma attende sempre che sia l’altro ad andare verso lui.
Il soggetto vive una continua lotta tra il bisogno di abbandono affettivo e la mancanza di fiducia nell’abbandono stesso. Una tale contraddizione  alimenta sentimenti come la gelosia, la diffidenza e il possesso, esasperati in quanto basati su un senso di insicurezza interiore.
Se a scrivere è un adolescente, tale segno grafico denota un conflitto tra il desiderio di crescere ed il timore di farsi carico delle responsabilità degli adulti.
Tale rovesciamento può essere interpretato in due modi:
1.     In quanto segno del vissuto[2] può essere conseguenza di forti stress emotivi, di esperienze traumatiche (traumi, separazioni, lutti soprattutto nel contesto familiare che portano a considerare la realtà temibile, alimentando nel soggetto una sensazione di pericolo e la tendenza all’isolamento affettivo e sociale)
2.     In soggetti in età adolescenziale, come rivelatore di complessi e conflitti interiori, comuni a questa età, del tipo dipendenza-indipendenza, desiderio di crescere e timore di farsi carico dei ruoli degli adulti.
Moretti sottolinea che tale segno grafico si trova soprattutto nelle scritture femminili.

Altra caratteristica importante della grafia della lettera di Boston è la presenza di tratti “infantili” e poco evoluti. Questo indica che il soggetto non ha acquisito fiducia in se stesso, a causa dell’elemento familiare.
Il quadro che si delinea (grafia Rovesciata e Infantile), abbinata ad un gesto curvilineo (volontà di sentirsi accettati) in un contesto di chiusura, parla di un sentimento di percezione negativa nei propri confronti e di una volontà di controllo rigido su se stesso e sul proprio corpo, un genere di grafia che, molto spesso, si trova, per esempio, nei soggetti affetti da disturbi e disordini alimentari[3].

Dott. Sara Cordella
Grafologo ai sensi della legge 4/2013








[1] Girolamo Moretti- Trattato di Grafologia – edizioni Messaggero Padova.
[2] Pacifico Cristofanelli – I segni del vissuto – istituto grafologico Moretti

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